Visitare Tikal, l’antica città maya nella giungla del Guatemala

Tikal, Guatemala

 

Rigogliose chiome tropicali ammantate dalla rugiada, quel silenzio ovattato che solo la giungla sa custodire e all’improvviso antiche piramidi maya che magnificamente emergono dalla fitta vegetazione.

Siamo nel Parco nazionale di Tikal, il sito archeologico più famoso del Guatemala e uno dei più affascinanti del mondo.

Antica gloriosa città maya, Tikal raggiunse l’apice del suo splendore a cavallo tra il 700 e l’800 d.c. quando più di 200 templi ed edifici punteggiavano la giungla guatemalteca.

Sebbene sia uno dei luoghi più visitati del paese e invaso da bus di turisti, oggi – a differenza per esempio di Angkor Wat in Cambogia – è ancora possibile trovare un angolo di pace per potersi godere tutta la sua magia.

Prima di passare al lato pratico del post, lasciatemi dire che Tikal è uno di quei rari esempi di meraviglia del mondo che non delude le aspettative. Tutti ne parlano, tutti la decantano e quando la vedi rimani comunque folgorato.

Come arrivare a Tikal

Il punto di riferimento per visitare le rovine è Flores, piccola e turistica cittadina affacciata sul lago Petén Itzà, facilmente raggiungibile con bus e shuttle da tutto il paese. Da qui, agenzie e mezzi pubblici vi porteranno in poco più di un’ora all’ingresso del parco.

Tikal, Guatemala

 

Dove Dormire a Tikal

Il modo migliore per visitare Tikal è dedicargli due giorni interi e tre notti, in quest’ordine. Arrivate a Flores e prendete una coincidenza per El Remate, un micro villaggio a metà strada tra il parco e Flores stessa. Il paesino è estremamente rilassante e permette di dimezzare il viaggio verso Tikal facendo semplicemente autostop. Qualche shuttle o pulmino vi raccoglierà in poco tempo.

Passate la mattinata a oziare e dirigetevi al parco nel tardo pomeriggio quando la maggior parte dei tour organizzati sono di rientro. Troverete una Tikal sorprendentemente vuota e silenziosa.

Tikal, Guatemala

 

Quando il parco chiude dormite in una delle strutture al suo interno. Si va dagli hotel lussuosi ai campeggi, opzione quest’ultima molto spartana che ci ha permesso di sonnecchiare su di un’amaca praticamente sotto le stelle.

Il giorno seguente alzatevi presto e godetevi il parco fino all’arrivo in tarda mattinata dei soliti bus turistici. Tornate a El Remate o proseguite verso la vostra prossima destinazione.

Tikal, Guatemala

 

Cosa visitare a Tikal

Passeggiare nel fitto della foresta tropicale ascoltando i suoni della natura e cercando di avvistare qualche scimmia – in realtà ci sono anche tapiri e giaguari, ma sono animali schivi e notturni – è già qualcosa di fantastico.

Io vi consiglio di dedicare il vostro primo pomeriggio alla scoperta degli highlight del parco come il tempio IV e il tempio VI che si possono facilmente “scalare” fino alla loro sommità da cui si ammira un panorama spettacolare sulla foresta pluviale. Alle cinque di sera noi eravamo gli unici in cima al tempio IV, magia pura.

Tikal, Guatemala

 

Il giorno seguente potete fare una puntata nella zona centrale visitando l’acropoli, il tempio del giaguaro e le altre bellezze limitrofe, per poi cercare pace e silenzio nelle aree più periferiche.

Tikal, Guatemala

 

Vedere l’alba a Tikal

Buio pesto, decine di occhietti scintillanti che ti osservano dal fitto dei cespugli, le scimmie che urlano come fossero leoni e il tuo passo svelto in direzione del Tempio IV. Poi la veloce ascesa, il cuore che batte per l’emozione e la scampata paura di imbattersi in un insolito giaguaro.

Tikal, Guatemala

 

La giungla che piano piano si dirada e lascia spazio al cielo, un tappeto verde coperto da basse nuvole di nebbia e finalmente la cima. Seduti sui gradoni del Tempio IV a 64 metri di altezza, l’orizzonte lentamente si schiarisce e il sole dipinge un’alba semplicemente mozzafiato.

Oggi tutto questo si può fare come parte di un tour, mentre quando siamo andati noi il parco era chiuso di notte. Quindi abbiamo corrotto una guida e siamo andati da soli, senza torce per non farci sgamare da altre guide e con una paura incredibile di perderci nella giungla sbranati da bestie ululanti.

Una delle esperienze più emozionanti della mia vita, ringrazio ancora oggi quei due ragazzi tedeschi incontrati qualche giorno prima a Lanquin che ci hanno dato questa dritta super!

 



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