Percorrere il cammino dei pellegrini fino a Santiago de Compostela significa partire per un viaggio prima di tutto dentro se stessi. Forse una frase un po’ retorica e abusata, ma un incipit doveroso per un articolo che parla della mia esperienza in mountain bike lungo i sentieri che da Roncisvalle portano ad uno dei santuari più famosi del mondo attraverso 800 km di natura, fatica e spiritualità.
Itinerario
Due settimane a fine Settembre toccando le seguenti tappe:
Roncisvalle, Pamplona, Puente la Reina, Logroῆo, Granon, Burgos, Carrion de los Condes, Mansilla de las Mulas, León, Astorga, Villafranca del Bierzo, Sarria, Melide, Santiago.
Trasporti
Dovendo portare con me la mountain bike e volendo percorrere il cammino praticamente dall’inizio, ho deciso di fare il viaggio in auto dall’Italia fino a Roncisvalle, percorrendo 1600km con una spesa di 150 euro a testa (eravamo in due).
Più complicato il ritorno da Santiago poiché non ci sono collegamenti diretti per Roncisvalle o Pamplona. La soluzione lunga e articolata è quella di caricare la bici su un primo bus via Santander, Bilbao e Vittoria, poi prenderne un altro per Pamplona e un ultimo per Roncisvalle per un costo totale di € 80 a persona.
Alloggio
Il cammino è disseminato di Ostelli Municipal, Hostal privati e, per i più esigenti, alberghi. Si ha l’imbarazzo della scelta e anche nei paesini più piccoli si trova sempre da dormire. Consiglio di portarsi sempre un sacco a pelo perché spesso non ci sono le coperte.
In termini di costi, gli ostelli comunali costano 5 € a notte e ovviamente sono molto basici, anche con camerate da 40 letti a castello che sono però perfette per i pellegrini che vogliono socializzare un po’. Gli hostal invece costano intorno ai 6/9 €, al loro interno c’è sempre la cucina per prepararsi cena e colazione e la combinazione lavatrice/asciugatrice per fare il bucato velocemente (7 €).
L’unica differenza di prezzo la si trova alla partenza a Roncisvalle e all’arrivo a Santiago dove dentro a vecchi monasteri con 40 persone per camerata si pagano 12 €… e pensare che il tutto è gestito dalla chiesa.
Cibo
Lungo il cammino, in ogni paese grande o piccolo che sia, si trovano sempre lavagne che invitano a fermarsi per una pausa ristoratrice.
Si parte con la colazione a base di succo d’arancio, caffè, brioche o pane tostato con marmellata e burro a 2,50/4,00 €.
Verso pranzo si incontrano tanti Menu del Dia o del pellegrino con primo, secondo, contorno, acqua e vino, dolce o caffe per 10 €. Attenzione trappola per turisti e pellegrini: all’inizio del cammino ti portano una bottiglia di vino e una d’acqua da un litro e mezzo e bevi quello che ti va, mentre verso la fine in Galizia, allo stesso prezzo solo un ¼ di vino o mezza minerale.
Riassumendo, per chi non si fa da mangiare all’interno degli ostelli la spesa giornaliera, compreso una birra pomeridiana o un po’ di frutta, oscilla fra i 25 e i 40€.
Clima
Il cammino parte dai Pirenei e arriva all’Oceano Atlantico per cui il territorio è in continuo cambiamento, sia morfologico che climatico, con una costante che è il continuo sali e scendi fra colline, montagne e altipiani. Basti pensare che in 800 km ci sono 12.000 metri di dislivello.
Al mattino l’aria è sempre fresca/fredda e spesso c’è nebbia, poi mentre il sole si alza, anche la temperatura sale e si arriva al primo pomeriggio con 25/30° per cui è d’obbligo vestirsi a cipolla. Da notare che al pomeriggio soffia spesso il vento, un vento freschino e contrario al senso di marcia.
Il viaggio
Tanti sono i motivi per cui uno fa il cammino: religioso, introspettivo, turistico, sportivo, naturalistico. Io ho sempre visto il cammino sia come una sfida personale con cui cimentarmi visto la sua difficoltà e sia come viaggio di piacere per scoprire paesaggi mozzafiato e una natura selvaggia.
La premessa è che noi abbiamo seguito il sentiero che i pellegrini fanno a piedi e non la strada asfaltata molto più facile, ma sicuramente meno scenografica ed emozionante.
Si parte dai Pirenei con l’adrenalina a mille tra salite e discese in mezzo a boschi e prati che sfrecciano via come treni in corsa e a fatica mi fermo a immortalare le mille cartoline che i miei occhi scattano ad ogni metro.
Salite, discese, freddo, caldo, scendi dalla bici perché troppo difficile è la salita o la discesa, risali, riscendi, suda, sbuffa. Nonostante la fatica, mi godo ogni momento di questo luogo magico mentre accanto a noi i pellegrini camminano in silenzio salutandoci con un benaugurante “Buon cammino”.
Lasciati i Pirenei si affrontano le Mesetas, sterminati altopiani dal fascino particolare dove ti senti un puntino piccolo piccolo lungo le bianche strade che si snodano davanti verso l’orizzonte e sembrano infinite. Spettacolo!
Tetti di arenaria rossa e case bianche sbucano a fondo valle o tra le colline creando macchie di colore che interrompono l’ocra della terra e l’azzurro del cielo. Paesini in cui sembra che il tempo si sia fermato, ammantati di silenzio dove gli unici rumori sono quelli dei pellegrini che si ristorano. Poi loro ripartono e ritorna il silenzio interrotto solo dal fruscio del vento pomeridiano.
Lungo il cammino la storia ti accompagna e, disseminati qua e là, si susseguono monasteri, abazie, cattedrali e castelli, che ti fanno tornare con la mente alle origini di questo cammino da Carlo Magno ai Templari.
Tutto questo ha un fascino indescrivibile che va vissuto appieno, soffermandosi ad ammirare i paesaggi, i colori e i profumi. Una visione che rende meno faticoso il cammino, un panorama che rinfranca lo spirito e dà energia al corpo per raggiungere la meta.
Arrivare a Santiago davanti alla cattedrale è come tagliare il traguardo di una grande gara con te stesso. Ti senti libero, senza più dubbi o incertezze, hai raggiunto l’obiettivo e sei semplicemente felice.
Dopo una giusta e doverosa pausa, non ti resta che fare l’ultimo viaggio a Finisterre, là dove finiva il mondo per gli antichi e dove oggi, dall’alto delle sue scogliere, puoi ammirare il maestoso Oceano Atlantico.
Conclusioni
Il cammino va percorso lentamente, con tranquillità, liberando la mente dalla quotidianità per assaporare tutto ciò che ti circonda e vivere con intensità un’esperienza unica.
Lo scopo, le motivazioni e le modalità con cui si intraprende non hanno importanza, quello che è fondamentale per vivere un’avventura magica è l’abbandonarsi alla spiritualità di questo luogo. Un magnetismo e un’energia che vanno respirate e interpretate in maniera strettamente personale.