Avete presente quelle macchine stipate fino al limite che si incrociano in autostrada e che assomigliano più ad una supernova pronta ad implodere* che a una famiglia in viaggio? Non so nel vederli avete provato compassione, orrore o felicità per essere belli, tranquilli, comodi e musicati nella vostra utilitaria.
In realtà non importa molto, quello che conta è che nella vostra vita potrebbe arrivare un giorno in cui da un 60 litri di zaino in spalla potreste passare ad un 1.500 kg, 4 ruote e infinite valigie di caos stradale.
In questo post voglio dare il mio umile contributo a tutti quei genitori che si trovano ad affrontare per la prima volta un viaggio itinerante con uno o più pargoli al seguito. Quei padri e madri di famiglia che affrontano l’ignoto e sono pronti a partire con un misto di eccitazione e paura.
Andiamo sul pratico e vediamo alcuni punti chiave per vivere e sopravvivere a un viaggio on the road con prole al seguito cominciando con il mondo macchina.
Tragitti, tappe e soste
A meno che non abbiate fatto un santo o un arcangelo, i bambini dai 6 mesi in su dormono qualche ora, ma poi vogliono strapparsi di dosso le cinghie del seggiolino, uscire a sgranchirsi e scoprire il mondo. Per questo è saggio organizzare delle tratte che non superino le quattro ore – da previsione Google Maps – e che permettano di fare qualche sosta ristoratrice e arrivare comunque a destinazione prima di notte fonda.
A parte i consigli classici come sfruttare i momenti in cui i piccoli solitamente fanno la nanna, noi abbiamo avuto una trovata – a nostro avviso – intelligente. Partire presto e cercare di arrivare prima del complicato pranzo in un’unica tirata oppure tracciare un percorso che ci permettesse di fermarci per strada in qualche luogo ameno e abbinare sosta-pranzo-visita. Così almeno si evitano autogrill, piazzole o, in alcuni casi più disperati, il pranzo in macchina e si vede un pezzo di paese altrimenti ignorato.
Nota pratica. Se Google Maps vi dice 4 ore, vuol dire che nella migliore delle ipotesi saranno 6, fate bene i vostri conti.
Nécessaire automobilistico
La macchina diventa la vostra piccola e incasinatissima casa perciò dovete agire di conseguenza assicurandovi di avere tutto quello che potrebbe servirvi in caso di necessità, emergenza o disastro. Tra le cose meno comuni, ma più strategiche che mi sento di suggerire c’è un semplice pareo, soprannominato da noi “l’anti-vomito”. La nostra piccola ogni tanto rigurgita in viaggio e solitamente lo fa a pochi metri dall’arrivo o quando noi sciagurati genitori ci siamo dimenticati salviette, fazzoletti e cambio vestiti (mai partire senza!). Il suddetto pareo con elefantini decorati che risale ad un mercatino indiano del 2007 serve a dare manforte alla copertura del seggiolino e a proteggere qualche decimetro quadro di sedili. Se pensate che siamo esagerati, dovreste vedere come vomita un bimbo piccolo e a quale distanza può arrivare. Scusate il dettaglio splatter. Sappiate che, ad ogni modo, la nauseabonda faccenda avverrà quando vi siete dimenticati di stendere il pareo e ve lo ritrovate sotto al culo.
Seggiolone da viaggio
Fondamentale. Non tutti e non sempre i ristoranti hanno il seggiolone (o magari non è libero!) e praticamente non lo troverete mai negli appartamenti. Tra i vari modelli da viaggio, ringrazio la mia sagace moglie che mi ha fatto comprare quello che vedete in foto. Leggero, facilmente trasportabile come una borsetta, plastica dura e indistruttibile e soprattutto adattabile a tutte le sedie. Si regola con delle cinturine e addirittura si può anche riporre sotto al passeggino. Ce ne sono di tante marche e costa meno di 30 euro. La nostra Sofia ora vuole mangiare solo lì sopra anche a casa!
Zaino & Marsupio
Il passeggino non è sempre il mezzo di trasporto migliore, non solo per chi vuole affrontare trekking, sentieri di montagna o altre cose simili, ma anche per chi si avventura un minutino fuori città. A seconda dell’età del vostro piccolo e dalla temperatura esterna è indispensabile avere uno zaino o un marsupio. Io preferisco il primo perché, seppur più grande e ingombrante, può essere utilizzato come seggiolone, è più comodo per la schiena, la Sofia si fa grandi ronfate ed è perfetto, come detto, per il trekking.
Itinerari flessibili
Sembra una banalità, ma bambini fa rima con imprevisti e imprevisto fa rima con cambio di programma. Siate flessibili, non costruite un itinerario da truppa giapponese e siate pronti a cambiare idea e meta per una miriade infinita di motivi. Per esempio, se la notte non avete chiuso occhio, forse non è il caso di fare la super mega escursione che tanto anelavate, fatela il giorno dopo!
Tempi dilatati
Per il motivo di cui sopra, concedete ad una meta qualche giorno in più del dovuto, questo vi permetterà di fare le cose con più calma o di avere un’altra chance di visitare un posto se un giorno il bimbo è malato. E magari scegliete dei luoghi da cui fare escursioni in giornata così se vi siete stufati di stare lì potete visitare altro senza dover fare armi e bagagli ogni volta.
Qui sono andato parecchio sul pratico, sulla sopravvivenza spiccia, se invece volete qualche consiglio o meglio suggestione più romantica, emotiva e scanzonata vi rimando ad un post dal tema simile su Babbo Blogger il mio blog più personale e genitoriale :-D
*Amici scienziati e astrofisici! Forse la supernova non implode, ma esplode, però mi piaceva come rendeva l'idea!
Consigli utili per che fa da se.
Grazie!
Complimenti! Questa è una vera e propria guida. Grazie per le dritte!
Grazie mille!