La Cina delle montagne aguzze e seghettate, dei pini sospesi nel vuoto e attaccati alla roccia solo con la forza delle proprie radici, dei templi appollaiati su un cucuzzolo in un irreale equilibrio.
La Cina dei cinque monti sacri taoisti, uno dei quali si chiama Hua Shan ed è di una bellezza incredibile.
Il modo migliore per raggiungere il monte Hua è fare base a Xi’an, partire di buon mattino e, infilando una serie interminabile di cambio mezzi, arrivare dopo un paio di ore nella parte alta della montagna.
In breve, fate così.
Prendete la metro fino alla nuova stazione dei treni veloci, imbarcatevi sul diretto che ai 300 all’ora vi porterà in un attimo nella cittadina di Huayin e dal suo piazzale prendete un bus, o ancora meglio un economico taxi, e arrivate al Visitor Center del Hua Shan. Qui, vi stordiranno le guide locali con il loro inglese maccheronicamente urlato, ma voi tappatevi le orecchie e comprate biglietti per l’ingresso e per il bus che vi porterà ad una delle due funivie.
Arrivati a questo punto, saranno quasi passate due ore e potete scegliere se incamminarvi a piedi e scalare gli oltre due mila metri in una giornata di trekking intenso o salire in cima appesi alla scenografica fune che si incunea nei calanchi della montagna.
La prima opzione viene scelta da chi vuole passare un paio di giorni tra queste montagne godendosi i percorsi, le albe, i tramonti, dormendo in spartane, ma suggestive pensioni e mangiando in cari e squallidi ristorantini.
Noi abbiamo scelto di fare una gita in giornata per respirare finalmente aria quasi pura – il fitto smog delle città svanisce solo in cima al monte – e per concentrare la nostra attenzione sulle cinque cime che formano Hua Shan e che rappresentano la parte più panoramica e affascinante di questo comprensorio.
Molte guide e siti vi diranno che i sentieri sono stretti, ripidi, a strapiombo e pericolosissimi. La realtà è che, anticamente, i “pellegrini” avevano costruito piccoli camminamenti nella roccia che erano a tratti quasi verticali e si poteva salire solo molto faticosamente e con l’aiuto di catene attaccate ai lati dei sentieri. Oggi, alcuni tratti originali ci sono ancora e possono essere percorsi a proprio rischio e pericolo, ma con l’afflusso di turisti sono stati creati dei sentieri di cemento più confortevoli e più sicuri. Certamente se piove o nevica i gradini sono super scivolosi, quindi state sempre all’erta! (come direbbe una mamma premurosa)
Una volta arrivati in cima, in prossimità del picco Nord, sarete liberi di esplorare ogni angolo di questa meraviglia naturale. In quattro/cinque ore, senza fretta e con tante soste noi siamo riusciti a visitare tutti i cinque picchi ognuno con le sue particolarità e con le sue viste mozzafiato che cambiano con l’angolatura e con la luce del sole.
Ogni cima ha il suo tempio dove riprendere fiato, inspirare la bellezza del panorama e scattare foto che immortalano la strana e suggestiva commistione tra la natura e la mano dell’uomo.
La bellezza di questo luogo si svela nei sentieri più angusti e ripidi che riportano al tempo che fu e che si snodano spesso nelle parti più pittoresche. Lunghe scalinate fatte di piccolissimi gradini sono fiancheggiate da catene arrugginite e ricoperte di fiocchetti rossi che, assieme al bianco della montagna e al verde degli alberi, creano una tavolozza di colori sgargianti.
Per gli amanti della adrenalina c’è una piattaforma panoramica a pagamento che permette di stare letteralmente a penzoloni sopra 2.000 metri di vuoto, un sentiero di legno sospeso che si percorre agganciati ad un cavo di sicurezza. Se invece volete veramente rischiare la vita e provare emozioni forti, ci sono un paio di scalinate verticali che portano a spettacolari templi dove basta mettere male un piede e…nessun cavo vi terrà al sicuro!
Io mi sono limitato a fare un tratto verticale – non a strapiombo – per provare l’ebbrezza e la particolarità di questa montagna. Maledicendomi nel momento stesso in cui ho iniziato la discesa, sono rimasto agganciato con tutta la mia forza alle salvifiche catene fino all’ultimo centimetro. Consiglio spassionato: non fatelo, ho avuto veramente paura di cadere giù e farmi un voletto di 20 metri, oltre ad essermi sentito un idiota per averlo fatto!
Dopo aver riempito gli occhi e lo spirito di bellezza e fatto palpitare il cuore di paura, a Hua Shan c’è anche l’atmosfera giusta per fermarsi di fronte ad un giovane monaco, chinarsi davanti al suo altarino e lasciare lì il proprio desiderio, augurio, preghiera. Un gesto intimo, che questo luogo ti invita e ti concede perché in fondo, questo rimane pur sempre un monte sacro e la sua spiritualità si percepisce, in ogni angolo.
Pechino, Shanghai, l’Esercito di Terracotta, la Grande Muraglia, nel nostro viaggio in Cina abbiamo visto e vissuto tanti luoghi leggendari e affascinanti, ma niente ci è rimasto nel cuore come la giornata a Hua Shan.
Che posto incantevole!
Sarei molto curiosa di visitare la Cina, paese che non conosco quasi per niente, ma che mi affascina. Grazi per avermi fatto conoscere la montagna Hua Shan!
Ciao Michela!
Grazie a te per essere passata di qua! :-D