Istria, terra di ulivi, spiaggette di ciottoli, borghi marittimi e tramonti sull’Adriatico. Una settimana abbondante in questa regione dal retrogusto italiano e dall’atmosfera croata, la prima fetta di vacanza estiva.
A breve arriverà un post su questa terra che ci è piaciuta molto, ma il primo articolo che scrivo è questo, un’idea che mi è entrata nel cervello mentre ero lì.
Tutto quello che non ho potuto fare in Istria perché ho due meravigliosi bambini piccoli. Non è un’accusa, una polemica o un lamento, ma un semplice dato di fatto.
Viaggiare con un bimbo piccolo si può, viaggiare con due bimbi piccoli si può ancora fare, ma tutto diventa tremendamente più complicato, lento e variabile. Portare i miei figli in giro per l’Italia, l’Europa e spero presto per il mondo mi dà grande gioia e soddisfazione e più diventano grandi più fremo per fargli vedere dei pezzettini del nostro pianeta sperando di vedere la felicità nei loro occhi.
Però ragazzi, non nascondiamoci dietro ad un dito, anzi due, è una faticaccia. Anche i più impavidi, spericolati e rilassati genitori che portano i figli dall’altra parte del mondo, dietro ai sorrisi tirati sui social, faticano, sudano e si stressano. E’ così, punto.
Ci sono un sacco di cose che non fai più come prima o proprio non fai più.
Quindi, ecco la mia lista – a ruota libera – di tutte le cose che avrei voluto fare, ma non sono riuscito. Per qualsiasi motivo.
– Ammirare almeno un tramonto, meglio un paio, con una birretta in mano e mia moglie di fianco
– Mangiare in una konoba (trattoria) in mezzo agli ulivi senza correre dietro alla Sofia
– Cenare una sera romanticamente, senza urla
– Bere più birre
– Fare fotografie con cognizione di causa e non a caso col cellulare
– Visitare Umago
– Fare un’escursione nel Canale di Lemme
– Nuotare per più di tre minuti nelle acque cristalline del Parco naturale Kamenjak
– Cambiare più spiaggette nel suddetto parco
– Fare un aperitivo sul mare fino a quando ci pare
– Partecipare ad una degustazione di vini in una cantina dell’entroterra istriano
– Cenare tra i vicoli del borgo antico di Bale
– Entrare in qualche negozio per comprare una maglietta o un vino locale
– Fare almeno una colazione in silenzio assaporando il caffè e non trangugiandolo
– Passeggiare senza fretta chiacchierando con la mia dolce metà
– Arrivare presto in spiaggia
– Andare via tardi dalla spiaggia
– Assaggiare altre specialità locali oltre ai miei preferiti ćevapčići
– Cucinare meno
– Sdraiarmi a bordo piscina coccolato dal venticello
– Bere più vino
– Provare il prosciutto d’Istria
– Gironzolare senza meta per le stradine di Rovigno
– Non fare niente per mezz’ora
– Fare un salto a Pirano in Slovenia
– Fare tappa a Trieste in viaggio verso l’Alto Adige
– Provare qualche caletta impervia con il mare turchese
– Noleggiare una bici e pedalare senza pensieri
– Bere più birre l’ho già detto vero?
Una più una meno direi che queste sono tutte le cose che mi sarebbe piaciuto fare, ma non ho fatto.
Detta così sembra che sia stato un viaggio tragico, invece è stata una settimana molto intensa in cui abbiamo sapientemente e faticosamente dosato il necessario riposo con la voglia di esplorare e conoscere un angolo di Croazia.
Nonostante una giornata di pioggia, la sesta malattia di Andrea e la stanchezza pregressa di un anno pieno di novità e cambiamenti.
Ieri sono tornato in ufficio e penso a tutti quei colleghi che nel tempo ho sentito dire: “Finalmente sono finite le ferie, non vedevo l’ora di tornare per riposare un po’, le vacanze con i figli ti distruggono.”
Esimi colleghi voi siete dei folli!
Viaggiare con la propria famiglia è la cosa più bella del mondo! Sono ore, minuti e giorni passati finalmente insieme, vissuti con le persone più importanti della nostra vita.
E’ faticoso e non ci si ferma un istante, ma è un’opportunità unica di vedere crescere i propri figli e di condurli per mano per i sentieri del mondo!
Se non aneliamo il tempo con loro, cosa li abbiamo fatti a fare?