Quando 3 anni fa, o giù di lì, ho aperto questo blog, l’ho fatto spinto da una missione umanitaria, ideali puri e un po’ di noia sul lavoro. Si, volevo aiutare il prossimo, ricambiare tutte le informazioni cercate, trovate e sfruttate nei mille angoli di web che consultavo – e continuo tutt’ora – prima di partire per un nuovo viaggio. Avevo attinto a piene mani dalle parole ed esperienze altrui, era giunto il momento di sdebitarmi.
L’idea di base era quella di ricambiare il favore e aprire un blog ricco di informazioni, di consigli utili e di quelle classiche dritte che ti fanno svoltare il viaggio. Quelle che becchi dal tedesco sfattone che incontri in bus e ti fa scoprire il modo per entrare di straforo a Tikal a vedere l’alba o quelle veramente local che ti salvano le chiappe e ti dicono di non spingerti fino al sud del paese – proprio dove stavi per andare – perché è tutto allagato dai monsoni.
Insomma, qualcosa di utile, possibilmente pratico, potenzialmente orientato a mete lontane e insolite e, in termini di stile, semplice, diretto e veloce. In tre parole: Trip it Easy. Mi pareva funzionasse bene!
Ma soprattutto era quello che avrei voluto io come utente, un pezzettino di web dove trovare informazioni utili in poco tempo.
I primi tempi sono duri e puri nel senso che io non ero un travel blogger – e credo di non esserlo tuttora – ma un viaggiatore che dopo ogni viaggio scrive un pezzo. Il risultato quindi erano pochi post, molto in linea con la mia brand identity – come direbbe uno che fa marketing, cioè io – ma in generale un blog un po’ sonnacchioso e a tratti mezzo morto.
Per quasi un anno è andata così, c’era il viaggiatore, ma mancava il blogger.
Poi ho aperto un profilo twitter – si perché i social io manco sapevo cos’erano – e da lì sono entrato in contatto con la travel community. Vedi cose, leggi altri blog, ti fa un’idea di cosa c’è in giro e cominciano a venirti in mente varie suggestioni.
Creo la prima rubrica, poi la seconda, sempre cercando di essere fedele al mio credo e al mio stile, sempre con l’obiettivo di essere utile, pratico e con pochi fronzoli.
Il tempo passa, scopro che esiste G+, che sarebbe meglio fare foto belle e non solo scrivere. Cominciano le prime collaborazioni, piovono dal cielo anche un paio di blog tour dove mi imbatto in Instagram e in un mondo molto femminile che mi fa scoprire il lato più personale e discorsivo del mio scrivere.
Sento che il viaggiatore sta incontrando il blogger.
Cerco sempre di essere fedele all’idea che è la base di Trip it Easy, ma mi rendo conto che mi piace anche scrivere in maniera ironica, introspettiva – sempre con i miei limiti – discorsiva.
Il blog cambia aspetto e forma, si amplia parlando di viaggi anche attraverso il cibo, le fotografie, racconti e storie. Non più solo notizie e informazioni, ma anche suggestioni, idee ed emozioni.
Il mio stile diventa più morbido, più rotondo, i post più variegati e diversi tra loro, l’interazione social migliora, ma sarà sempre il mio tallone d’Achille. Durante i miei viaggi più o meno lontani mi ritrovo a fare più foto, a immaginarmi un tweet e a pensare ad un articolo o ad una nuova rubrica.
Il blogger sta influenzando il viaggiatore, ma non ci riuscirà mai completamente.
Lo spirito no, quello rimane lo stesso. Viaggi indipendenti, zaini sempre in spalla, filosofia “chi fa da sé, fa meglio” e voglia di avventura come il primo giorno del primo viaggio.
Il 17 Settembre è nata Sofia, la nostra meravigliosa bimba, la creatura che mi aveva spinto ad aprire anche un Babbo Blog, idea subito arenatasi per la scarsità di tempo resasi ancora più drastica dopo la sua nascita!
Con lei cambia tutto, la vita in primis e anche le priorità, le esigenze e forse il blog.
Ho deciso di continuare Trip it Easy ovviamente e di vedere come si evolverà lui, io, la mia scrittura, lo stile e tutto il resto. Sicuramente continueremo a viaggiare, forse non torneremo in India a breve e nemmeno ci spingeremo fino alla remota Australia, ma recentemente mi sono accorto che c’è del bello anche dietro casa e quindi questa è l’occasione giusta per andare a scoprirlo.
Al di là di tutte le incertezze che riserva il futuro, abbiamo già prenotato due aerei per la nostra piccola e in più ho già in testa il nome per una nuova rubrica: Bimbi in spalla!
Bravo Fra! Ti seguo e aspetto nuovi post, più rotondi :)
Che scema!!!! :-DDD
Te ne dedicherò uno rotondo a spigoli però!
Fra… sono pronta a leggere questi nuovi post! Sono sicura farai bene! :)
Siete dolcissimi con la nuova bellezza Sofia!
Grazie Lucy! Ma ovviamente non posso azzerrare la mia scrittura secca ed essenziale, dovrai rovistare tra post di vario genere ;-D
Mi ero persa questo post in cui anticipavi la nuova rubrica.
Sono felice per questo tuo percorso Fra!
A volte penso al mio futuro, a come dev'essere diventare mamma. Vorrei arrivarci con le tue consapevolezze e il tuo entusiasmo. E sono perfettamente d'accordo: c'è del bello anche dietro casa.
Un abbraccio!
Grazie Manu! Tu aspetta ancora un po’ ce ne hai di tempo prima di pensare a diventare mamma :-D