L’altro giorno camminavo sotto la pioggia quando il piccolo criceto dentro al mio cervello ha cominciato a fare strani pensieri e mi ha interrogato con un quesito amletico. Ma tu, sei veramente un travel blogger?
Al di là del fatto che non mi piacciono molto le etichette, soprattutto quelle in inglese che nascondono truci verità dietro ad altisonanti paroloni, la domanda in questione mi ha insinuato un tarlo e qualche riflessione.
Chi è il travel blogger veramente? Cosa ti fa diventare così cool da poterti fregiare di questo titolo molto gettonato e attuale? Devi avere delle caratteristiche, delle abilità, delle competenze, un curriculum specifico? E soprattutto, io, sono un travel blogger?
La prima reazione che ho avuto è stata: ma chi se ne frega. Poi però mi sono incuriosito, e ho messo da parte il mio solito cinismo cercando di approfondire la questione.
Come spesso faccio, provo a darmi una risposta scrivendo, partendo da un foglio bianco e pensieri confusi che tento di srotolare e chiarire lungo una sconosciuta strada di paragrafi.
La definizione
Partiamo dalle basi, cioè dalla traduzione. Un travel blogger è qualcuno che A. ha un blog B. parla di viaggi. E fin qui, ci casco dentro io e milioni di altri. Ma siamo ancora in una fase semplicistica.
Viaggio ergo sum
Quando ho aperto Trip it Easy l’ho fatto senza malizia, con la voglia di sdebitarmi verso il mondo e restituire informazioni, consigli e dritte che avevo attinto a piene mani dal www. Ero convinto che avesse senso scrivere dopo un viaggio, di un viaggio e per questo la mia Home Page si aggiornava una volta ogni tanto.
Poi ho scoperto una grande verità. Viaggiare non è una condizione fondamentale di un travel blogger e con questa consapevolezza ho vissuto qualche giorno di smarrimento. Basta un weekend in montagna, una gita al mare, la scoperta delle meraviglie della tua città, qualche post di qualche amico e il blog si popola magicamente. Niente di sbagliato, ma ci sono rimasto un po’ male.
Raccontare vs. Riportare
Un altro mio errore di interpretazione. Il travel blogger racconta, come si dice oggi è uno storyteller, ti porta direttamente con la sua testiera e le sue parole dall’altra parte del mondo. Il moderno paroliere del web non ti riporta dati, informazioni e consigli – o meglio non solo – ma è in grado di sezionare il suo girovagare in tanti post che raccontano storie, punti di vista, esperienze. In questo modo, il blog è sempre ricco di contenuti e il coinvolgimento dell’utente sicuramente maggiore.
Creatività ed Esagerazione
Il travel, come tutti gli altri blogger, è uno creativo. Uno che quando non ha niente da scrivere estrae dal cilindro i classici post “5 esperienze top in Bruzzland” e “Cosa fare in 23 minuti a Londra”. E’ uno capace di tirarti fuori 6 post dalle sue 48 ore a Dubai, per intenderci.
D’altra parte, il nostro è anche un inguaribile ottimista, uno chiaramente toccato dalla grazie del Signore. Perché, se così non fosse, non potrebbe descrivere tutti i luoghi del globo terracqueo usando aggettivi dal meraviglioso in su!
Espansivo, socievole e social
Potrai essere anche il numero uno dei numeri uno, ma se non sorridi, fai qualche selfie “giusto” e soprattutto se non sei cintura nera di social…ahimè, non ti cagherà nessuno. I social devono essere la tua vita! Basta Gazzetta o Vanity fair, dimentica letture cool alla Vice o passatempi impegnati come il Sole24ore.
Dall’attesa per l’autobus al relax sul cesso le tue falangi devono essere connesse e sparare contenuti sociali come se non ci fosse un domani. Ironia a parte, sono convinto di una cosa: No Social, No Blogger.
Saper scrivere
Il web è democratico e, come tutte le democrazie, un po’ noioso e spesso ingiusto. Su internet siamo tutti scrittori, quindi cari colleghi o wannabe non preoccupatevi. Per fare il blogger non dovete saper scrivere. Forse sarebbe meglio essere un po’ capaci a fotografare, ma anche su questo non fatevi troppi problemi.
Contenuti banali, articoli triti e ritriti, errori ortografici, grafiche agghiaccianti non per forza vi ostacoleranno nella corsa al successo – personale o mondiale – se soddisfate i criteri precedenti.
Certo… quelli bravi si notano e se la qualità è ciò che cercate sarete abbagliati dalla differenza tra chi scrive e chi blogga.
Le mie conclusioni
Alla luce di tutte queste caratteristiche, giungo a tre conclusioni.
1. Travel blogger si diventa, non si nasce. E’ una professione, anche se la si svolge a livello amatoriale. C’è bisogno di fare esperienza, studiare, confrontarsi, sbagliare ed evolvere.
2. Se dovessi usare un titolo abusato direi: “50 sfumature di travel blogger”. Ce ne sono tanti, ma il divario tra la pletora di comparse e la nicchia di talentuosi è considerevole.
3. Io non sono un travel blogger, non soddisfo i requisiti di cui sopra. Non sono un gran scrittore, le mie foto sono mediocri, sicuramente non ho un’anima social e di certo faccio qualche errore di battitura, spero non di ortografia!
Ho cercato di adeguarmi alle logiche di questo mondo, in alcuni casi perché ne ho capito l’importanza, in altri perché ho cercato di superare i miei limiti, o ancora perché seguendo solo le tue regole e i tuoi principi in democrazia non vai lontano. E qui di nuovo, converrete che il potere del popolo è una fregatura!
Non sarò mai un travel blogger, ma solo uno che ha un blog di viaggi. Non credo sia un problema, e poi adesso che ho aperto anche l’altro blog sicuramente diventerò una celeberrimo Babbo Blogger :-D
PS: Cari travel writers, tra voi ci sono perle rare nate per essere blogger di successo. Vi si nota subito, da lontano. Siete il nostro esempio e un po’ la nostra invidia. Per tutti gli altri come me, sappiate di avere dei difetti, provate a migliorarvi o semplicemente fregatevene e fate ciò che vi va di fare! D'altronde, siamo in democrazia!
Sono con te! :)
Cioè anche tu scrivi male, foto brutte ed errori di ortografia?? :-D ahahaha dai scherzo!! So a cosa ti riferisci!
Ovvio che sì! soprattutto errori/orrori d'ortografia… sono una persona molto sbadata!E me ne vanto ;)
Anche se in realtà ho solo un blog di viaggi mi piace definirmi travel blogger! Il tuo blog mi piace molto, ho dato un'occhiata ad alcuni post e le foto sono bellissime! Molti dei veri professionisti del blog scrivono cose molto meno interessanti.
Ehi Stefania grazie per le belle parole!! :-D
Comunque definirsi travel blogger non è un peccato :-P
A presto!
Non mi ritengo una travel blogger anche se amo scrivere sul mio blog di viaggi!
Ma più ancora… Adoro l'ironia e l'umiltà! E qui ce n'è una bella dose! ;)
Ciao Simona!
Esattamente come me, uno che ha un blog di viaggi ;-)
Grazie di essere passata di qua! A presto!
Ciao Francesco! Mi piacciono i post come questo, che fanno riflettere ed ahimé fai delle considerazioni esatte. A me piace la definizione di travel blogger e piace raccontare i miei viaggi cercando di essere d'aiuto con i miei consigli agli altri. Quello che non mi piace è l'anima social che BISOGNA per forza avere, fino a poco prima di avere il blog non avevo mai "coltivato" più di tanto fb e gli altri social, non ne sentivo l'esigenza, ora invece è diventato essenziale, cosa che tra l'altro mi scoccia un po' perchè la definizione di blogger si lega al fatto di avere un blog. Ora non si è più blogger ma si parla di influencer, a me piacerebbe ritornare due passi indietro ed essere descritti solo come blogger, ma questo è progresso e ci si deve adattare. E purtroppo noi maschietti facciamo un po' più fatica in questo perchè non abbiamo l'appeal femminile. Ad ogni modo, penso che il fattore fondamentale sia la capacità di scrittura, quella secondo me dev'esserci, il blog prescinde da quello. A me piace come scrivi, ed anche se non hai le falangi sullo smarphone mentre sei seduto sulla tavoletta del wc, bhe…va bene lo stesso :-D! Ed ora che hai addirittura due blog, non puoi esimerti dal definirti blogger eh :-D!
Ciao Emanuele,
grazie mille per il bellissimo commento!