Come diceva il caro vecchio Eraclito: “Tutto cambia, tutto si trasforma, niente resta immutato.” Non potrei trovare frase più adatta per descrivere ciò che sta succedendo a Milano negli ultimi anni. Non solo Expo, nuove metropolitane, darsene ripulite e grattacieli scintillanti che stanno stravolgendo il panorama fisico ed estetico della città, ma una vera e propria trasformazione del tessuto urbano, delle anime dei quartieri e delle atmosfere che si respirano tra vecchie e nuove vie.
In questo post non voglio parlare di monumenti, nuovi simboli cittadini e grandi opere, ma di strade, piazze, angoli e, in particolare, di nuovi quartieri. Nuovi nel senso di diversi, cambiati, in divenire.
Ho scelto tre quartieri che secondo me rappresentano la nuova identità di Milano, o per lo meno una parte di essa. Tre zone che fino a qualche anno fa erano additate come brutte, sporche e cattive e che oggi, complice una gentrificazione sempre più veloce, sono invece i nuovi quartieri emergenti di una città che non sta mai ferma.
Isola
Esempio più eclatante e chiassoso di questo cambiamento, l’Isola è stato forse il primo bruco meneghino a trasformarsi in una variopinta farfalla. Una metamorfosi iniziata lentamente, ma proseguita in maniera frenetica e a tratti schizofrenica negli ultimi anni. Un cambiamento che ha impoverito il quartiere di alcune tracce storiche, arricchendolo di vita e vitalità.
L’Isola che vediamo oggi non esisteva, è un quartiere in più che prima non c’era. Adesso c’è sempre un buon motivo per passare di qua. Il brunch, l’hamburger, il cocktail, l’aperitivo, la cena, i negozietti vintage o una semplice passeggiata per le sue viuzze. Quelle sì, sono sempre state affascinanti.
NoLo
Credo che ormai quasi tutti abbiano scoperto – con un po’ di sgomento – che NoLo è un acronimo di importazione newyorkese che significa North of Loreto. Al di là del fatto che vorrei personalmente insultare l’inventore di questo nome, rimane indubbio che il fu Turro e dintorni sta cambiando.
Qui siamo qualche anno indietro rispetto all’Isola, ma ci arriveremo presto. Un angolo di città più verace, certamente più multi etnico e colorato e probabilmente più spigoloso.
La capillarità dei mezzi pubblici, la vicinanza con il luccicante mondo di Corso Buenos Aires e i prezzi
ancora accettabili hanno fatto di NoLo il posto ideale dove cercare affitti per studenti a Milano.
E come in tutte queste favole metropolitane, studente chiama artista che chiama localini che chiama cultura alternativa etc. etc. etc. Per arrivare al lieto fine manca poco, grazie anche ad una forte determinazione delle persone che abitano qui e che spingono per trasformare il loro quartiere in qualcosa di nuovo, forse migliore.
Lambrate
E poi c’è il quartiere periferico per eccellenza, quello al di là della ferrovia, quello che è sempre stato un po’ isolato nella geografia e nei pensieri. Lambrate era quello del birrificio, della stazione e dei confini poco chiari tra il Parco Lambro, Linate e l’Ortica.
Oggi Lambrate è come il personaggio sfigato di uno di quei teen movie americani che in seguito ad un evento casuale diventa figo e cool. Lui è sempre lo stesso, ma la sua immagine è cambiata.
Lambrate ormai da qualche anno è diventato sinonimo di design, creatività e innovazione grazie alla sua capacità di aver creato un nuovo polo del Fuori Salone. Piccoli laboratori, negozietti e quelle strategiche stradine dall’atmosfera antica che fanno molto quartiere. Voilà, la trasformazione è servita.
Se dici Lambrate dici vintage, mercatini, antiquariato, artisti. Il quartiere ovviamente non si riassume e non si esaurisce in queste poche parole, ma è un dato di fatto che questa è la sua identità. O meglio, l’immagine che i milanesi hanno di lui, assolutamente più interessante e stuzzicante di quella di prima.