Escursione al rifugio Fanes – sulle Dolomiti con bimbi

Fanes, Alto Adige

 

Quest’estate in Alto Adige abbiamo fatto un sacco di trekking con i nostri bimbi in spalla. Completamente immersi nella meravigliosa cornice delle Dolomiti ci siamo inerpicati ogni giorno su una salita diversa, ogni giorno un po’ più irta e faticosa.

Il silenzio, l’aria pura e la ricompensa a base di speck e birra che ci aspettava ai rifugi sono stati i motivi principali che ci hanno spinto a fare una scorpacciata di trekking, oltre ad ogni nostra previsione.

Oggi vi voglio raccontare l’ultima escursione, la più lunga e la più sudata quella che dall’ingresso del Parco Naturale Fanes – Sennes – Braies porta fino all’omonimo rifugio Fanes.

Località di partenza: Albergo Alpino Pederü, San Vigilio di Marebbe
Parcheggio: In loco, gratuito. Si pagano 7 euro a veicolo per entrare dentro al parco. In alternativa c’è la navetta da San Vigilio
Attrezzatura: zaino porta bimbo e marsupio porta neonato
Durata: 2 ore abbondanti per l’andata
Dislivello: 700 metri andata
Difficoltà: Media, con due bimbi in spalla in alcuni punti anche elevata

Questa escursione comincia ben prima di muovere il primo passo, infatti la strada che da San Vigilio entra nel parco e conduce fino alla fine della valle è spettacolare. Guidando su curve sinuose, si passano venti minuti sul fondo di un altopiano verdeggiante costeggiando un vivace ruscello e con le alpi che vigilano dall’alto dei loro duemila metri.

Arrivati al Pederü parcheggiamo la macchina e in soli 10 minuti riusciamo a partire con la seguente formazione: Daniela che porta Andrea, io che porto la Sofia e lo zaino con dentro Tutto.

Qui la strada finisce e davanti si erge una piccola radura con alle spalle un imponente muro di roccia e sassi. Di base ci sono due grandi sentieri che portano in quota, dove si trovano tantissimi percorsi anche ad anello e numerosi rifugi. Non ci sono sentieri facili, né brevi.

Noi scegliamo il sentiero 7, ovvero quello che porta al rifugio Fanes.

La giornata è soleggiata e cominciamo una piacevole camminata che termina fin troppo presto. Dopo cinque minuti il sentiero si stringe e soprattutto si inerpica lungo quel muro che poco prima ammiravamo da lontano.

Fanes, Alto Adige

 

Questo tratto è sicuramente il più faticoso di tutto il trekking e richiede diverse pause per riprendere fiato e dissetarsi. Pause che sono anche un momento perfetto per godersi un panorama in continua evoluzione, che diventa sempre più spettacolare ogni metro che si sale.

Il sentiero si rimpicciolisce ulteriormente e diventa una mulattiera con pezzi a strapiombo, decidiamo quindi di abbandonarlo e utilizzare la strada sterrata che viene usata dai fuoristrada dei rifugi. Leggermente più lunga, ma più sicura e meno ripida.

Arrivati in quota ci aspetta un ampio altopiano dove si snodano paralleli la strada e il sentiero. Parlando con altri escursionisti abbiamo scoperto che il sentiero è molto scosceso e ricco di sali scendi, quindi molto più faticoso. Al contrario la strada è in pianura per almeno mezz’oretta di cammino.

Fanes, Alto Adige

 

Costeggiamo un lago praticamente secco e montagne dal color ruggine mentre il sole ci cuoce a puntino.

Giunti a questo punto, dopo più di un’ora di cammino si arriva ad un ultimo, lungo strappo con una serie – che sembra – infinita di tornanti che si arrampicano su di un costone roccioso.

Fanes, Alto Adige


Questo pezzo è meno duro di quello iniziale, ma con le gambe più pesanti e la schiena piegata dal peso dei nostri pargoli, risulta più faticoso. Passi lenti e sbuffi costanti ci portano fino ad un crocifisso che, ci avevano avvertito in precedenza, segnala che ci siamo quasi.

Fanes, Alto Adige

 

Qui il panorama cambia, siamo intorno ai duemila metri e le superfici rocciose lasciano spazio a prati verdi e alberi alpini. Il fiume che avevamo conosciuto a San Vigilio è rispuntato dal ventre della montagna e regala un tocco di magia allo scenario.

Ancora un quarto d’ora scarso e arriviamo al primo rifugio, la Malga Pices Fanes dolcemente adagiata in un paesaggio bucolico. Il Fanes dista solo altri 15 minuti di leggera salita, ma Andrea ha fame, io devo tornare indietro a cercare il suo ciuccio che abbiamo perso e sono onestamente morto.

Fanes, Alto Adige

 

Stanchi e sudati fradici, decidiamo quindi di mangiare qui, e per scampare al vento e alle nuvole (ovviamente il sole è scomparso appena siamo arrivati) ci rifugiamo nella stube la tipica stanza riscaldata delle malghe altoatesine.

Polenta, wurstel e una birra media sono l’ideale per riprendere le forze!

Nel pomeriggio, dopo aver fatto scorrazzare la Sofia tra conigli e scivoli decidiamo che il rifugio Fanes può aspettare un’altra volta. Per oggi abbiamo già fatto tanto, meglio tornare perché ci vorranno altre due ore!

Siamo arrivati quasi in cima, peccato per quel quasi. Siamo comunque felicissimi e soddisfatti e in più i nostri bimbi dormono per metà discesa e noi possiamo finalmente chiacchierare tra i silenziosi cespugli e le farfalle che ci volteggiano intorno.
 



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