La prima volta che ho visto Petra è stato nel film Indiana Jones e l’ultima crociata, come a me è successo a tanti. Ero piccolo, non sapevo cosa fosse Petra né dove si trovasse, ma quel palazzo intagliato nella roccia – il Tesoro – e quel canyon rosso e sinuoso, mi sono rimasti impressi nella mente per molto tempo.
Dopo 20 anni, mille immagini e fiumi di parole su questo incredibile sito archeologico, sono andato in Giordania e come prima cosa ho dovuto mediare tra la bramosia di scoprire Petra e la paura di rimanerne deluso, come spesso accade quando si hanno troppe aspettative.
Mentre il Taj Mahal è di una bellezza inimmaginabile anche per la mente più vivida e nessuna foto, video, articolo può rovinare l’incanto di trovarselo davanti in tutto il suo luccicore bianco, Petra mi ha affascinato con una sorpresa. Non tanto la sua indubbia, ma risaputa bellezza è stata a rapirmi, quanto piuttosto lo stupore nel venire a contatto con la sua vera identità, molto più articolata, complessa ed emozionante di quello che immaginavo. Un mondo che non si esaurisce in un canyon e in una facciata, icone rappresentative, ma non esaustive della ricchezza di questo luogo.
Petra ha tante anime, molte sconosciute, alcune da trovare, altre da immaginare. E’ un sito spesso gremito, ma dove è facile trovare il proprio angolo di silenzio, uno scorcio privato e un contatto umano sincero.
Il Siq
Trafficato, caotico, confusionario soprattutto durante la visita notturna, ma terribilmente bello. Io ho un debole per la natura e questo canyon scavato dal tempo che rende morbide le rocce millenarie e si snoda tra il rosso delle pareti, il blu del cielo e i riflessi del sole è qualcosa che va gustato con un passo lento e il naso all’insù. Dimenticate la gente intorno a voi e fatevi guidare dai vostri occhi.
Il Tesoro
Emblema, icona, essenza. Io però vado controcorrente e ammetto candidamente che il Tesoro non ha rappresentato l’apice della mia visita anzi, le emozioni che mi ha suscitato sono state offuscate dalle precedenti aspettative e da ciò che ho visto in seguito, in particolare dal Monastero. Nessun dubbio sulla bellezza di questo luogo, che però non è riuscito a conquistarmi. E' stato come se, in qualche modo, io abbia avuto la sgradevole e temuta sensazione di averlo un po' già visto.
La città e le vie laterali
Grazie alla mia beata ignoranza, pensavo che l’highlight di Petra fosse proprio la visita di cui sopra, mentre superato questo primo “cancello” si entra nella antica città vera e proprio fatta di strade, negozi, templi, teatri. Le vie si diramano, la folla si disperde, il panorama si apre e la magia di questo luogo comincia ad emergere, piano piano. Ora è possibile percorrere alcuni sentieri quasi in solitaria, i piedi che sciabattano sulla sabbia e sulla terra, l’opportunità di scegliere la propria strada e di soffermarsi in ogni angolo quanto si vuole.
Qui, camminando sulle colline più defilate, si gode di una vista sconfinata sulla città e sulle montagne, ma soprattutto si incontrano sparute famiglie di venditori ambulanti che ti accolgono con il sorriso. Non l’insistenza dei cammellieri asserragliati nel Tesoro, ma la leggerezza dei bambini impolverati e festosi che chiedono una foto o ti offrono una cartolina. Gente visibilmente povera e affaticata, ma pronta a regalarti gesti gentili e occhi sorridenti.
Il Monastero
Mi parlano di oltre 800 gradini per salire al Monastero e già entro in visibilio. Io adoro scalare e salire verso l’alto. Per la vista, per l’emozione di essere in cima a qualcosa, per la probabile bellezza di cui potrò godere da lassù.
I turisti che si spingono fino a qui sono pochi ed è una fortuna. La salita è impegnativa, ma alla portata di tutti soprattutto perché il paesaggio è così incantevole, da far dimenticare il fiatone.
Scalini intagliati nella roccia si susseguono per un sentiero che regala sorprese ad ogni angolo. Dalle colorate bancarelle di kefiah, agli asinelli equilibristi che brucano i pochi fili d’erba tra le rocce a strapiombo, alle viste panoramiche che cambiano ad ogni passo.
Arrivati in cima, il Monastero si presenta come un Tesoro ancora più imponente, più bello, assolutamente più magnetico. La quasi totale assenza di persone rende il tutto semplicemente magico.
Da qui si sale ancora un po’ per ammirare questo spettacolo dall’alto. Il vento sbuffa con forti folate, il sole è accecante e la sabbia si nasconde tra i vestiti. Gli occhi si socchiudono, lasciando solo una fessura per ammirare tutto intorno il deserto rosso che si estende fino all’orizzonte. Dalla parte opposta silenzioso e perfetto, il Monastero.
La strada del ritorno è lunga, il tempo stringe e anche il cuore si stringe perché vorrei rimanere ad ammirare questo spettacolo per ore.
Petra ha mille anime, il Monastero quella più pura.