Una delle cose che mi piace di più del viaggiare è la possibilità di fare esperienze uniche, irripetibili ed emozionanti. Esperienze così meravigliose da diventare ricordi indelebili, sempre vividi e pieni, che affiorano di tanto in tanto regalandoti sempre le stesse intense sensazioni, come se fosse la prima volta.
A largo delle coste della Tanzania, c’è un angolo di pace e bellezza ancora poco conosciuto dal turismo di massa che si chiama Isola di Mafia. Una goccia di terra swahili dove la natura regna sovrana grazie a paesaggi incontaminati, un mare trasparente e animali che vivono a stretto contatto con la vita degli abitanti. Qui, in autunno, arrivano i maestosi squali balena che in queste acque trovano l’habitat e il cibo ideale per fare una pausa durante la loro interminabile migrazione.
Siamo a Mafia, sono gli ultimi giorni del nostro viaggio di nozze e finalmente prenotiamo l’escursione più attesa: lo snorkeling con gli squali balena. Io sono elettrizzato, mentre la Dani continua a ripetere da mesi – si perché ne parliamo già dall’organizzazione del viaggio tanta era la voglia di fare questa esperienza – che lei ha paura e non crede lo farà.
Io la prendo in giro, ma d’altra parte stiamo parlando di nuotare a fianco di bestioni lunghi fino a 14 metri – come un autobus per darvi un’idea – con una coda di oltre tre metri e una bocca dove si può accomodare tranquillamente una famiglia di quattro persone. Certo, mangiano solo plancton però…
Saliamo su due piccole barche a motore, il nostro gruppetto formato da altre due coppie in luna di miele una inglese e una svizzera sembra simpatico e le nostre guide locali sono divertenti e scherzose.
Il cielo è nuvoloso e il mare plumbeo, condizioni non ideali per avvistare gli squali che si fanno scoprire grazie alla gigantesca ombra che proiettano sull’acqua quando il sole splende potente e libero da nubi. Sarà dura per il nostro avvistatore, ma l’importante è che non piova.
Ci muoviamo verso il mare aperto, ci godiamo i saltuari raggi di sole e il profumo dell’oceano. Scambiamo quattro chiacchiere, conosciamo i nostri nuovi amici e vediamo nelle loro espressioni la stessa adrenalina che sentiamo dentro di noi. Tutti abbiamo gli occhi spalancati che setacciano continuamente l’orizzonte in cerca di un segnale.
Il tempo passa e nulla succede, anzi la coppia inglese ci dice che loro hanno fatto questa escursione anche ieri e non hanno visto nulla o meglio hanno visto un capodoglio in lontananza. Bello, per carità, ma noi siamo qui per nuotare con gli squali!
Quando lo scetticismo comincia ad impadronirsi di noi, il nostro capitano grida qualcosa e ci dice di prepararci con pinne, maschere e boccaglio. Presto! Presto! Presto!
L’adrenalina diventa agitazione, non vediamo assolutamente nulla, ma ci disponiamo in fila indiana dietro alla nostra guida seduti sul bordo della barca e coi piedi in mare. Adesso ho paura, sarà la parola squalo, sarà il mare grigio e impenetrabile, sarà che pensare una cosa è diverso che farla, ma sono spaventato.
“Three, two, one, Go!” Urla la guida. Io sono il primo della fila e non posso far altro che annodarmi il cuore in gola e buttarmi. L’acqua è mossa, un po’ torbida e la visibilità di pochi metri. Seguo le pinne del mio Virgilio subacqueo e, dopo un solo istante, vedo sotto di me un enorme pesce blu con la schiena piena di puntini bianchi. E’ sconfinato, nel senso che non riesco nemmeno a vederlo tutto. La sua coda si muove lenta, il suo corpo pare immobile. Tutto è ovattato e un’ondata di estasi mi avvolge. E’ un’emozione incredibile, indescrivibile.
Lo squalo continua a nuotare con il suo incedere apparentemente lento in cerca di plancton e io comincio a prendere fiducia e mi immergo più in profondità per vederlo meglio e godere appieno di questo spettacolo. Nuoto più veloce per vedergli la testa, ma per quanto io acceleri riesco solo ad arrivare fino alla sua immensa bocca incorniciata di tanti piccoli denti.
Ogni suo colpo di pinna equivale a decine di mie bracciate e dopo qualche minuto la stanchezza comincia ad affiorare. Mi destreggio tra le altre persone e le loro pinne, bevo un po’ d’acqua, annaspo e tossisco per le onde che entrano nel boccaglio, ma mi rimetto a nuotare perché è troppo bello essere qui.
Ributto la testa sott’acqua, ma lo squalo è scomparso, sceso più a fondo ci dice la guida. L’abbiamo perso.
Risaliamo a bordo. Abbiamo tutti dei visi raggianti e siamo euforici. Appena la Dani ci vede capisce cosa si è persa e con un piglio deciso dice: “Adesso lo faccio anch’io!”.
Tutti ovviamente vogliamo tuffarci di nuovo, ma io ho paura che la nostra fortuna sia finita qui e che lei non possa provare questa esperienza elettrizzante.
Invece mi sbaglio, altro urlo del capitano. Adrenalina, fila indiana, pinne, pronti, partenza tuffo!
Questa volta vedo meno, sono più stanco e soprattutto cerco di stare vicino alla Dani, di evitare che le succeda qualcosa e che lei possa vedere il più possibile.
Lei vede eccome, si ferma presto, ma è in estasi. Aspetto che salga sulla barca e mi lancio all’inseguimento dello squalo. Ne vedo la coda, ma sono sfinito e presto rimango indietro e mi arrendo definitivamente.
Sono comunque felice perché ora posso condividere questa esperienza con la Dani, possiamo vedere i nostri occhi scintillanti e incantati e soprattutto potremo rivivere questo momento altre mille volte insieme.
Ancora adesso mentre scrivo questa storia, vorrei potermi rituffare in quelle acque così magiche, risentire i suoni sordi del mio cuore agitato e riempirmi nuovamente di tutta quella bellezza.
Sono queste sensazioni che mi spingono a partire, che alimentano la mia passione per la scoperta e per il viaggio.
Wow, che esperienza favolosa!!! Mi sono emozionata io a leggerla non posso neanche immaginare viverla!
Ho un buon motivo per tornare in Tanzania! :-)
Ciao!
Si devo dire che è stata proprio una delle esperienze più emozionanti della mia vita!
Ti consiglio di tornare in Tanzania e di andare a Mafia, un posto fermo nel tempo!
Grazie per essere passata di qua, a presto!
Conosco Mafia, ma fortunatamente non ho conosciuto lo squalo balena. Grande rispetto, ma se vuole un salutino lo mando dalla riva…
Ahahah Paola, anche mia moglie diceva così, ma una volta in barca viste le nostre facce estasiate si è dovuta ricredere!
Dai magari in Messico o in altre parti del mondo puoi dare un’altra chance a questi bestioni :-D
Bellissimo racconto di viaggio!
Avresti contatti locali utili da suggerire per tour young, wild&free?
Grazie milleee
Grazie Maria!
Dunque, io sono andato in viaggio di nozze, non ho esagerato, ma non sono andato neanche con le opzioni più economiche che c’erano.
Per il safari in Tanzania (dai un’occhiata anche ad alcuni articoli sul blog) abbiamo usato l’agenzia “It started in Africa” consigliabile, mentre all’Isola di Mafia le sistemazioni sono parecchio care, puoi dare un occhio al Mafia Lodge un buon rapporto qualità prezzo, se invece vuoi spendere un poì di più vai al Butiama Beach…paradiso!
Se hai bisogno di altre info scrivimi pure a francesco@tripiteasy.it
Ciao!